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Scoprire il Charango

Las cuerdas de mi Charango traducen mis sentimientos: cuando estoy contento ríen, cuando estoy con pena lloran

José Prudencio Bustillo (1922)

Il charango è un piccolo strumento a corde della famiglia dei liuti, di origine andina ma diffuso ormai in buona parte dell’America meridionale.charango orozco_by_hoaxeye-d3kdnsp

Il suo suono è squillante, penetrante ma estremamente dolce.

Di fatto, sia per questioni storiche che per dinamiche sociali, è lo strumento più diffuso in Bolivia, in particolare nella zona altiplanica, dove verosimilmente sono da delineare le sue origini. Lo si ritrova comunque anche in Perù, Equador, Cile e Argentina, sempre attorno all’altopiano andino. Sebbene la recente diffusione l’abbia portato anche molto lontano dalle sue origini geografiche, il charango gioca ancora un ruolo importante all’interno delle tradizioni indigene delle popolazioni Quechua, il gruppo etnico più diffuso nella zona dell’altopiano andino.

Si tratta di uno strumento che presenta un elevato numero di varianti, tanto da avallare l’ipotesi dell’esistenza di una sotto-famiglia di cordofoni che rientrano nella categoria del charango. La forma tipica con cui si presenta è quella di una piccola chitarra il cui diapason è di circa 60 cm, ragion per cui negli ultimi anni viene spesso scambiato per l’ukulele, con cui condivide in un certo senso anche una parte di storia.

Il charango presenta comunque alcune particolarità che lo distinguono da altri cordofoni: è ricavato da un unico elemento in legno, che viene scavato fino ad ottenere una cassa armonica concava, a guscio, e dalla sagoma superiore che ricorda sommariamente quella di una chitarra. La ragione di questa forma particolare è che fino a pochi decenni fa lo strumento veniva costruito a partire dal guscio di un armadillo, mentre ora è usato quasi esclusivamente il legno.

Due essenze sono particolarmente diffuse per la costruzione del corpo del charango:il jacarandà, dal colore bruno rossastro e dalle caratteristiche venature nodose, ed il naranjillo, dal colore giallo paglierino. Il Jacarandà èun legno più duro e stabile ai cambiamenti di umidità e per questo viene considerato migliore ed utilizzato sui charangos da concerto.

Il corpo grezzo di un charango in Naranjillo pronto per essere lavorato dal liutaio.
Il retro di un charango in jacarandà. Si notano le particolari venature che caratterizzano il legno.

Il numero complessivo di corde è 10, ma queste sono disposte per coppie – come il nostro mandolino – e di conseguenza si definisce uno strumento a 5 cori. Le accordature del charango sono moltissime, ma quella più diffusa è quella definita dal cosiddetto temple natural: SOL – DO – MI – LA – MI

accordatura charangoCome si nota, si tratta di un’accordatura aperta in LA minore settima, in cui le corde suonano tutte all’unisono ad eccezione della coppia centrale: qui il Mi è raddoppiato all’ottava bassa. Questa particolare struttura richiede al musicista lo sviluppo di una tecnica di arpeggio particolare e distinta da quella altri cordofoni più diffusi: se ad esempio in una chitarra le corde sono distitribuite dalla più grave (I corda) alla più acuta (VI corda), nel charango l’ordine vede la più grave al centro e a seguire, in alternanza, le altre (III – I – IV – II – V).

Per quanto dolce ne sia il suono ed interessante sia la cultura che lo ha prodotto, questo strumento riveste ancora un ruolo marginale all’infuori della musica sudamericana. E’ stato solo negli ultimi trent’anni che il charango ha fatto il suo ingresso in Europa, e soprattutto in Italia, grazie alla presenza di musicisti di alto livello che hanno contribuito a diffonderne il suono – il gruppo più importante, naturalmente, sono stati gli Inti-Illimani. In un certo senso, si deve anche alla triste storia del loro esilio dal Cile durante la sanguinaria dittatura di Pinochet la conoscenza di un patrimonio musicale che, prima di internet, sarebbe altrimenti stato difficilmente raggiungibile.

In questo bellissimo brano, eseguito proprio dagli Inti Illimani, è possibile ascoltare il suono del charango in tutta la sua bellezza ed espressività.

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Achille Zoni